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13 maggio 2003

Fiat: Fiom tra gli azionisti con Cusani e gli operai

Nessuna tentazione da comizio. Interventi brevi, asciutti, in qualche caso tecnici, con domande secche. È stata questa la linea scelta dalla Fiom-Cgil per la partecipazione da azionista all’assemblea della Fiat. C’era già stata una prima volta per i metalmeccanici Cgil nel 1990 e una seconda nel 1991: in entrambi i casi a intervenire come socio fu il segretario piemontese, Gian­carlo Guiati. Questa volta c’era il segretario generale, Gianni Rinaldini e, con lui, i dirigenti della Fiom piemontese, una ventina di operai, esperti di conti aziendali e, nella veste di advisor della Fiom, l’ex finanziere Sergio Cusani. La Banca della Solidarietà, diretta da Cusani, ha avuto dalla Fiom a febbraio l’incarico di coordinare le strutture professionali e di consulenza che dovranno analizzare origini, cause e soluzioni possibili della crisi Fiat. Il consigliere di Raul Gardini, condannato per la maxitangente Enimont, ha contestato l’acquisizione del­la Case, la società statunitense oggi in­cor­porata nella New Holland, operazione che ha definito “nefasta”. Cusani ha chiesto quali provvedimenti la Fiat abbia preso “nei confronti di Fresco, Cantarella e Quadrino che hanno acquistato la Case”, commentando con una punta di amara ironia: “Le responsabilità penali sono personali, io lo so molto bene”. A Cusani il presidente della Fiat Umberto Agnelli ha ri­sposto di fare “denunce circostanziate” su eventuali interessi privati in operazioni della so­cie­tà, ma ha escluso ine­sattezze nei bilanci: “Sono costantemente sotto gli occhi delle più importanti competenze del Paese”.



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