Scudetto Juve: la festa rovinata dalla tragedia di Porta Nuova
Era venuto in treno dalla Sicilia per andare per la prima volta allo stadio di Torino, per vedere la sua Juve vincere il 27° scudetto. Poi aveva partecipato alla festa nelle vie del centro e verso le 10 di sera era tornato alla stazione Porta Nuova per prendere il treno, per rientrare nella sua Alcamo. Ma Enzo D’Angelo, 22 anni, quel treno non l’ha mai preso. Un balordo, un cittadino rumeno di 33 anni, lo ha ucciso con una coltellata al collo senza motivo, proprio di fronte al bar della stazione. Forse un urto, una spinta, un’inutile richiesta di scuse e il rumeno in preda ai fumi dell’alcol lo ha colpito con una lama lunga più di dieci centimetri. Inutile il trasporto all’ospedale delle Molinette, Enzo è morto in pochi minuti, ha avuto solo il tempo di dire “sto male”. Intanto gli uomini della Polizia Ferroviaria di Porta Nuova sono riusciti a bloccare l’aggressore e anzi hanno dovuto anche proteggerlo dalla folla di persone che ha tentato di linciarlo. Il rumeno, con un permesso temporaneo, è stato già interrogato ma non ha saputo dare spiegazioni al folle gesto, se mai spiegazioni ce ne possono essere. Stamattina il padre di Enzo è arrivato a Torino. È un poliziotto in pensione. “Un ragazzo buono, tranquillo, un grande tifoso della Juve…” riesce a dire il genitore tra le lacrime, di fronte alle camere mortuarie delle Molinette. Il direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, non ha mancato di rivolgere un pensiero a Enzo D’Angelo, il ragazzo di 22 anni, tifoso juventino, ucciso a coltellate stanotte alla stazione di Porta Nuova. “Abbiamo appena appreso con tristezza – dice Moggi – la notizia di questa tragedia accaduta a margine di quella che avrebbe dovuto essere una festa. Siamo tutti molto vicini alla famiglia D’Angelo e mandiamo loro le più profonde condoglianze per la scomparsa del caro Enzo”.