Strage in Egitto: l’addio a Jessica e Sabrina
Qualcuno ha detto che dalla partecipazione ai funerali si coglie l’importanza di una persona e l’affetto che altri nutrivano nei suoi confronti. Jessica e Sabrina non erano ragazze famose, importanti. Pochi le conoscevano al di fuori di Dronero, eppure oggi c’erano migliaia di persone ai loro funerali. Gente semplice e umile, autorità, giovani e anziani, tutti insieme sotto una pioggia gelida ad accompagnare queste due sorelle nell’ultimo viaggio. Segno che la loro morte in terra lontana per mano del terrorismo ha lasciato sgomenti tutti. “Vogliamo celebrare questi funerali come scuola di pace…” ha detto mons. Giuseppe Guerrini, vescovo di Saluzzo, nel corso dell’omelia. Il terrorismo lacerante che ti piomba in casa deve essere vinto dalla pace ha aggiunto il prelato. Chi le ha uccise non le conosceva e da queste bare emerge la domanda: perché tanto odio? Ma tutti noi dobbiamo cercare dal profondo una speranza. Questo l’insegnamento suggerito dal vescovo. Una chiesa gremita all’inverosimile, gente sul sagrato, sotto i portici, nelle vie laterali. In chiesa, in prima fila da un lato il presidente della camera Pier Ferdinando Casini e il sindaco di Dronero, Giovanni Biglione e le massime autorità regionali; dall’altro Luigi Rinaudo e Denise Pomer, un papà e una mamma straziati: L’Italia intera che vuol essere vicina al dolore di due genitori, di una comunità, il desiderio di non lasciarli soli. Pochi applausi ed anche brevi, contenuti: dopo il saluto di due amici e all’uscita delle bare dalla chiesa. Per il resto tanto silenzio, tanto raccoglimento e un oceano di fiori, di bigliettini ed anche due peluches lasciati dai bimbi dell’asilo. Funerali solenni ma semplici, pieni di significato come nello stile di questa gente, forte come le montagne che fanno da corona al minuscolo cimitero di Castelletto Busca dove sono state sepolte Jessica e Sabrina, morte esattamente una settimana fa all’inizio della sognata vacanza esotica per la follia assurda del terrorismo.