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10 ottobre 2004

Strage in Egitto: Jessica e Sabrina sono morte

Era partito poco prima delle nove di questa mattina dall’aeroporto torinese di Caselle il Falcon dell’Areonautica militare che ha portato a Taba i genitori di Sabrina e Jessica Rinaudo. Un viaggio tormentato dall’angoscia: oltre due giorni senza notizie delle due ragazze che proprio dalla camera 502 dell’hotel Hilton di Taba avevano telefonato per l’ultima volta a Dronero: “Andiamo a letto presto, domani ci dobbiamo svegliare prima dell’alba per la gita Al Cairo”. E il tormento per il padre Luigi e la madre Denise è stato anche nella solitudine con la quale la coppia, separata da circa dieci anni, ha vissuto questi giorni drammatici: genitori sfortunati che neppure il dolore più grande sembra essere riuscito a riavvicinare. La cugina, coetanea delle due sorelle, ha viaggiato con gli zii e uno psicologo in quello che ancora la famiglia Rinaudo si ostinava a chiamare un viaggio della speranza. E mentre l’aereo sorvolava il Mediterraneo, a Tel Aviv, all’Istituto di medicina legale, quella speranza si perdeva. Qui sono stati raccolti i campioni di Dna dei corpi senza nome e confrontati con quelli dei familiari. La tecnologia ha accorciato i tempi: profili genetici inviati per posta elettronica, come quelli dei genitori di Sabrina e Jessica. Erano dunque le prima ore del pomeriggio quando a due corpi irriconoscibili è stato dato il nome delle sorelle Rinaudo. Ed è stato lo psicologo a dare la notizia ai genitori, una manciata di minuti dopo il loro arrivo a Taba. È stata la madre a chiamare un conoscente a Dronero: il tempo di singhiozzare poche parole, “Sono morte e non le possiamo vedere”. Quello che resta delle due ragazze è all’obitorio dell’ospedale di Noeba, a qualche chilometro da Taba, anche lì hanno colpito i terroristi e da Noeba i due corpi potrebbero essere trasferiti a Sharm El Sheik e da lì rientrare in Italia. Sabrina e Jessica non viaggeranno insieme ai genitori che sono già atterrati a Torino sullo stesso aereo con il quale questa mattina erano volati, tra tormento e speranza, a Taba. Il tempo di portare un cesto di fiori bianchi sulle macerie di quell’albergo dove era appena iniziata quella vacanza così attesa e così guadagnata dalle figlie. Insieme hanno voluto diffondere un comunicato nel quale chiedono rispetto per il loro grave lutto. Ora resta solo attendere l’arrivo delle due salme a casa, a Dronero.

 



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