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10 maggio 2003

Scudetto Juve: in campo con figli, poi festa a gavettoni

Niente champagne, solo acqua: quella dei ga­vet­toni. È stata una festa con piccolo brivido finale quella del ventisettesimo scudetto della Ju­ven­tus. Era stato Grosso, a tempo scaduto, a sospendere i festeggiamenti già attivati sugli spalti del Delle Alpi, con un gol al 92’: a quel punto la Juventus, terminata la partita prima dell’Inter, è stata costretta ad attendere davanti alla panchina di Lippi un interminabile mi­nuto per conoscere il risultato dei nerazzurri. E quando il pari di San Siro ha detto scudetto, è scoppiata la festa. Giocatori con figli in braccio in campo, e un Del Piero scatenato negli spogliatoi. Pinturicchio, dopo aver sofferto 90’ in panchina, si è divertito a dare la caccia a compagni e dirigenti per bagnare lo scudetto con gavettoni: niente champagne, solo acqua. Nel frattempo, al Delle Alpi, si era scatenato l’entusiasmo, anche se la raccomandazione dello speaker di non invadere il campo è stata seguita. Alle note di “We are the champions” è uscito lo striscione: “La Signora ha vinto ancora” e lo stadio è stato tutto un mare di bandierine, cori, salti e ola. “Se mio fratello fosse ancora vivo sarebbe mol­to contento”. Così Umberto Agnelli ha voluto dedicare la vittoria all’Avvocato. Stasera i giocatori andranno a casa a stappare una bottiglia in famiglia, ma niente feste ufficiali, tanto meno ritrovi in discoteca. Se ce ne fosse stato bisogno, Lippi lo ha ripetuto negli spogliatoi, ma sarebbe stato comunque sottinteso.

 



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