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04 settembre 2004

Uccise fidanzato a Torino, condannata ma perdonata

Perdonata perché “il carcere e l’esperienza giudiziaria hanno inciso sulla sua personalità e quasi certamente non commetterà più reati”. È per questo motivo che i giudici del Tribunale dei Minorenni hanno concesso un’altra chance ad Anna, la ragazzina di 16 anni che nel dicembre dello scorso anno uccise involontariamente il fidanzato Gianni Giannone, trafiggendolo con una coltellata alla coscia. Il giovane, 19 anni, venne colpito all’arteria e alla vena safena e morì dissanguato in pochi minuti. Le ragioni del “perdono giudiziale” sono spiegate nelle 18 pagine di sentenza che il giudice Ennio Tomaselli, presidente del collegio che ha giudicato la ragazza, ha depositato nei giorni scorsi. Diciotto pagine in cui viene ripercorso il travagliato rapporto sentimentale fra i due giovani – costellato di litigi e ripetuti episodi di violenza – e il tragico epilogo del 9 dicembre 2003, in un appartamento di corso Rosselli. “Non si può parlare di legittima difesa perché nulla lascia intendere che Gianni volesse ucciderla o ferirla – è la conclusione dei giudici – Bensì di omicidio colposo perché Anna, afferrando quel coltello e tenendolo senza ripensamenti, compì un gesto avventato, imprudente e superficiale”. Il resto è contabilità giudiziaria: grazie alla minore età, alle attenuanti generiche e alla riduzione di un terzo per il rito abbreviato, la pena è stata fissata a 1 anno e 2 mesi. “Una pena compatibile con il perdono giudiziale”, hanno stabilito i giudici. Ora si tratterà di vedere se il pm Marta Lombardi impugnerà la sentenza in appello oppure lascerà chiudere la vicenda con il perdono giudiziale.



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