Fecondazione assistita: scambio di provette a Torino
Hanno rischiato di mettere al mondo figli non loro le due coppie di giovani torinesi coinvolte loro malgrado nell’ennesimo scandalo della sanità torinese. Questa volta sotto accusa è il centro per la procreazione assistita “Promea” dove è avvenuto un clamoroso scambio di provette. Forse a causa di una disattenzione, i contenitori con il liquido seminale degli aspiranti papà sono stati invertiti. Ad accorgersene è stato uno dei coniugi dopo aver notato che la scheda consegnata dai medici non portava il suo nome. Peccato che l’operazione di inseminazione fosse già avvenuta. Per riparare all’errore, alle ragazze è stata somministrata, con il loro consenso, una forte dose di estroprogestinici, sostanze anticoncezionali che dovrebbe evitare la fecondazione dell’ovulo. Sulla vicenda, che sta creando molto clamore in tutta Italia, indaga ora il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, che procede per i reati di lesioni colpose e per esercizio abusivo della professione, visto a che a quanto pare, durante il sopralluogo della Polizia, sarebbe emerso che una impiegata veniva adibita a mansioni non pertinenti al suo ruolo. Nel registro degli indagati sarebbero stati iscritti il direttore sanitario del centro, Elsa Margaria, e la ginecologa che ha materialmente commesso l’errore.