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02 maggio 2003

Sars: ristoranti cinesi in crisi, spariti l’80% dei clienti

Nelle ultime due settimane i circa 200 ristoranti cinesi di Torino e provin­cia hanno perso l’80% dei clienti, con un danno stimato in oltre un milione e mezzo di euro. È questa una delle conseguenze economiche dell’allarme Sars, che in Piemonte è stato af­fron­tato mettendo a punto un pia­­no di prevenzione sanitaria che contempla il coinvolgimento della co­mu­nità cinese locale, diverse migliaia di per­sone. Dopo avere predisposto la realizzazione di opuscoli informativi destinati ai cinesi del Piemonte, l’assessore regionale alla Sanità An­tonio d’Am­bro­sio oggi ha pranzato all’Hong Kong, il primo ristorante cinese ad avere aper­to i battenti a Torino, nel 1970. Nel­le sale semideserte il titolare Paolo Hu, presidente onorario dell’Associazione immigrati cinesi uniti in Pie­mon­te, ha accolto una piccola delegazione regionale e alcuni giornalisti. In Piemonte, ha sottolineato D’Ambrosio, non esistono al momento casi sospetti di Sars. All’Ame­deo di Savoia, l’ospedale torinese specializzato nelle malattie infettive, sono disponibili 70 posti letto dedicati. Altri 40 circa sono in allestimento al San Luigi, specializzato nelle ma­lat­tie respiratorie, dove esiste un reparto per l’isolamento. Altri an­co­ra si stanno rendendo disponibili nei principali ospedali della Regione, a partire da quelli do­tati di reparto per le malattie infettive (Ver­celli, Biella, Novara, Ales­san­dria, Cuneo).



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