Fiat: esce di scena Barberis l’uomo dell’emergenza
In una nuova giornata borsistica in cui la Fiat è restata sugli scudi (+1,29% a 6,83 euro), esce di scena dal vertice dell’azienda Alessandro Barberis, il manager che il 27 giugno del 2002 fu chiamato, per la sua esperienza, a gestire il difficile dopo Cantarella, insieme con Gabriele Galateri di Genola. Con la prossima assemblea degli azionisti del Lingotto Barberis lascia la carica di vicepresidente e il posto nel consiglio di amministrazione del Gruppo del Lingotto, proprio insieme con Galateri, nominato recentemente presidente di Mediobanca. Al loro posto (e a quello di Virgilio Marrone, direttore generale Ifi) saranno nominati Luca Garavoglia, presidente della Davide Campari di Milano, e Sergio Marchionne, managing director di SGS Group (Società Generale de Surveillance) di Ginevra. Il 27 giugno 2002 per Barberis era stato un ritorno a casa. Alla Fiat l’ingegnere torinese, 64 anni, aveva lavorato per più di 30 anni. Entrato nel 1964, se ne andò nel 96. Manager di esperienza internazionale, alta professionalità e ottima conoscenza dell’azienda, era stato scelto per affiancare l’uomo di finanza Galateri, nominato amministratore delegato. Per lui iniziarono mesi di fuoco, dedicati in gran parte a gestire la difficile trattativa con il sindacati sul piano di ristrutturazione della società, che prevedeva 8.100 esuberi. Anche quando il 12 dicembre Galateri si dimise dall’incarico, Barberis rimase al suo posto ed anzi, assommò alla carica di direttore generale quella vacante di amministratore delegato, per fare coppia con il presidente Paolo Fresco. E così Barberis continuò a impegnarsi nelle trattative con sindacato, governo (risolvendo, fra l’altro lo spinoso problema dello stabilimento di Termini Imerese) e con Gm. Con lui era iniziata l’era della Fiat “sotto il segno di Umberto Agnelli”, un’era che prosegue sempre più caratterizzata dalle scelte del nuovo patriarca-presidente. Il 26 febbraio Barberis ha lasciato il testimone a Giuseppe Morchio (in concomitanza con l’uscita di scena di Fresco) e assunto la carica di vicepresidente. Ma era chiaro che ormai il suo compito si era esaurito.