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30 aprile 2003

Fiat: esce di scena Barberis l’uomo dell’emergenza

In una nuova giornata borsistica in cui la Fiat è restata sugli scudi (+1,29% a 6,83 euro), esce di scena dal vertice dell’azienda Alessandro Barberis, il ma­nager che il 27 giugno del 2002 fu chiamato, per la sua esperienza, a ge­stire il difficile dopo Cantarella, insieme con Gabriele Galateri di Genola. Con la prossima assemblea degli azionisti del Lingotto Barberis lascia la carica di vicepresidente e il posto nel consiglio di amministrazione del Gruppo del Lingotto, proprio insieme con Galateri, nominato recentemente presidente di Mediobanca. Al loro posto (e a quello di Virgilio Mar­rone, direttore generale Ifi) saranno nominati Luca Garavoglia, presidente della Davide Campari di Milano, e Sergio Marchionne, ma­na­ging director di SGS Group (Società Generale de Sur­veillance) di Ginevra. Il 27 giugno 2002 per Barberis era stato un ritorno a casa. Alla Fiat l’ingegnere torinese, 64 anni, aveva lavorato per più di 30 anni. Entrato nel 1964, se ne andò nel 96. Ma­nager di esperienza internazionale, alta professionalità e ottima conoscenza dell’azienda, era stato scelto per affiancare l’uomo di finanza Ga­lateri, nominato amministratore delegato. Per lui iniziarono mesi di fuoco, dedicati in gran parte a gestire la difficile trattativa con il sindacati sul piano di ristrutturazione della società, che prevedeva 8.100 esuberi. Anche quando il 12 dicembre Galateri si dimise dall’incarico, Barberis rimase al suo posto ed anzi, assommò alla carica di direttore generale quella vacante di amministratore delegato, per fare coppia con il presidente Paolo Fresco. E così Barberis continuò a im­pe­gnarsi nelle trattative con sindacato, governo (risolvendo, fra l’altro lo spinoso problema dello stabilimento di Termini Imerese) e con Gm. Con lui era iniziata l’era della Fiat “sotto il se­gno di Umberto Agnelli”, un’era che prosegue sempre più caratterizzata dalle scelte del nuo­vo patriarca-presidente. Il 26 febbraio Bar­be­ris ha lasciato il testimone a Giuseppe Mor­chio (in concomitanza con l’uscita di scena di Fresco) e assunto la carica di vicepresidente. Ma era chiaro che ormai il suo compito si era esaurito.



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