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07 aprile 2003

Mediobanca: Galateri, dalla Fiat a guida del “salotto”

Ai vertici della Fiat è rimasto soltanto 136 giorni, ma per vent’anni il neopresidente di Mediobanca, Gabriele Galateri di Genola, è stato l’uomo di finanza più fidato del gruppo Agnelli. È nato nel 1947 a Roma da un alto ufficiale dell’esercito e, dopo la laurea in Legge, ha conseguito il Master of Business Administration presso la Business School della Columbia University. Braccio destro di Umberto Agnelli nell’Ifil, ha fatto le prime esperienze di lavoro al Banco di Roma. Dal 1974 al 1976 è stato alla Saint Gobain, prima in Italia e poi a Parigi, e nel 1977 è entrato nell’orbita del gruppo Agnelli, scelto dall’allora amministratore delegato Cesare Romiti per la Finanza estera. Nel 1983 è stato nominato Direttore Finanza del gruppo e, nel 1986, è passato all’Ifil, chiamato da Umberto Agnelli a ricoprire la carica di amministratore delegato. La stessa carica ha ricoperto dal 1993 al 2002 nell’Ifi, la finanziaria della famiglia Agnelli che controlla la Fiat e alla quale è tornato, sempre come amministratore delegato, dopo l’addio al Lingotto a fine 2002. Sportivo, appassionato di tennis e sci, Galateri non ama i salotti né la ribalta, nonostante il carattere estroverso della moglie, Evelina Christillin, protagonista del successo di Torino per i Giochi del 2006. Da lei ha avuto una figlia, Virginia, oggi ventenne. A Galateri si riconosce il merito di avere fatto dell’Ifil, sotto la guida di Umberto Agnelli, una fi­nanziaria dinamica, ricca e ben diversificata. Tra le operazioni internazionali di cui è protagonista, quelle nei settori dell’agroalimentare, del­la carta, del turismo e della grande distribuzione. Ha sem­pre mantenuto un forte legame con la città di origine della sua famiglia, Saviglia­no (Cuneo), come dimostra il fatto che è consigliere di am­ministrazione della locale cassa di risparmio. Chiamato dopo l’accordo con le banche alla ca­ri­ca di amministratore delegato della Fiat al posto di Paolo Cantarella, Galateri lascia il ti­mone il 10 dicembre dell’anno scorso. Un mo­mento drammatico, anche personale, nei rapporti con la famiglia Agnelli, che viene sanato qualche tempo dopo con il suo ritorno alla cassaforte Ifi e alla presidenza della Toro, la compagnia appena uscita dalla Fiat e arrivata sotto il controllo della De Agostini.



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