Iraq: Torino, scene di guerriglia urbana a corteo pace
Barricate nelle strade, lacrimogeni, cariche, poliziotti insultati e bersagliati da lanci di pietre e bottiglie: scene di guerriglia urbana, come a Torino non se ne vedevano da anni. La marcia per la pace in Iraq, nel capoluogo piemontese, è sfociata in tafferugli e disordini. Il bilancio parla di una trentina di contusi e feriti (13 sono stati medicati in ospedale), tra i quali due bimbi extracomunitari e una tredicenne, e di qualche decina di persone portate in Questura per essere identificate. Il caos è scoppiato proprio alla fine, quando il corteo era ritornato al punto di partenza, in piazza Castello. Ma già in precedenza si erano verificati degli episodi di violenza. Sulla manifestazione aveva pesato l’ombra di un’iniziativa parallela di Forza Nuova, che si è poi svolta dall’altra parte della città nonostante l’assenza di un’autorizzazione. Dalle frange più estremiste dei Centri Sociali, degli Autonomi e dei Disobbedienti si era staccato un gruppo di 150 persone, quasi tutte col volto coperto da passamontagna, molte armate di sampietrini e mazze: cercavano di raggiungere Forza Nuova, ma alla fine, dopo una corsa per le vie del centro storico, hanno desistito e sono tornati con gli altri. La violenza in via Pietro Micca, mentre il corteo sta per sciogliersi: è improvvisa, ma è dettata – preciserà la polizia – dalle continue provocazioni e aggressioni cui vengono fatti oggetto gli agenti. Si scatena il panico. Piazza Castello viene devastata da gruppi di italiani ed extracomunitari, che danno fuoco ai cassonetti, sfasciano la fermata dei bus e divelgono le panchine, mentre si spande il fumo dei lacrimogeni. Poche vie più in là, i dimostranti erigono rudimentali barricate con materiale raccolto da un cantiere edile, poi fuggono. In piazza si cominciano a medicare i feriti, e alcuni presenti criticano duramente i poliziotti per l’accaduto. Finché qualcuno non solleva una colomba bianca, tra gli applausi, simbolo di pacificazione. Potrebbe anche finire così. Invece no. A Borgo Dora bruciano quattro cassonetti. La Polizia accorre in forze ma la tensione cala subito.