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06 agosto 2004

Il Piemonte ha un nuovo Statuto

Dopo lunghe settimane di dibattiti ed interminabili sedute notturne, il Consiglio regionale ha approvato il nuovo Statuto del Piemonte. Con 41 voti a favore e 5 contrari nasce così la nuova “Carta costituente” della Regione, la seconda dopo quella varata nel 1970 dalla prima assemblea piemontese. Il documento attua i principi ed i contenuti della varie riforme costituzionali che si sono succedute in Italia negli ultimi anni, compresa la legge costituzionale del novembre 1999. Tra le novità inserite nel nuovo testo normativo sono stati introdotti ulteriori principi relativi alla garanzia dei diritti sociali e delle pari opportunità tra donne e uomini. Inoltre è stata sottolineata l’importanza della tutela del patrimonio naturale, il riconoscimento della specificità dei territori montani e collinari e la valorizzazione dell’artigianato e delle forme di cooperazione. Sono stati anche riconosciuti i diritti degli animali. Infine è stato inserito un nuovo articolo relativo al diritto all’abitazione ed alla tutela del consumatore. Nel nuovo Statuto l’ente regionale si fa promotore della tutela del patrimonio linguistico della comunità piemontese, compreso quello delle sue minoranze, e valorizza l’identità storico-piemontese. Scende inoltre il numero di firme necessarie per chiedere un referendum abrogativo, da 80mila a 60mila. Resta invece invariato a 60 unità il numero di consiglieri, nonostante le tante voci circolanti su un possibile aumento a 70 degli eletti all’assemblea piemontese. “Uno Statuto moderno ed innovativo – l’ha definito il presidente della Regione, Enzo Ghigo, più aderente all’evoluzione sociale e politica del Piemonte e che risponde alle caratteristiche di un territorio in profonda fase di trasformazione”. Secondo Ghigo si tratta di “un testo che ha contenuti tali da poter essere attuale anche fra 20 anni”. Soddisfatta anche l’opposizione, che dopo la battaglia a suon di emendamenti, ben 400 presentati per la maggior parte da Rifondazione Comunista, Comunisti italiani e Verdi, ha ottenuto l’approvazione senza modifiche dell’art. 16 che mantiene inalterato il numero di consiglieri.



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