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06 agosto 2004

Delitto Cogne: avvocato Taormina da procuratore Caselli

È davvero una vicenda sorprendente quella dell’uccisione del piccolo Samuele a Cogne. Nemmeno 20 giorni fa la mamma Anna Maria Franzoni veniva condannata in primo grado a 30 anni, ma dopo di allora è stato un susseguirsi di nuovi colpi di scena, ultimo quello di stamattina del difensore, avvocato Carlo Taormina, che incontrando il procuratore generale di Piemonte e Val d’Aosta Giancarlo Caselli ha aperto nuovi scenari, nuove ipotesi. L’assassino – il vero assassino secondo la difesa Franzoni – quella mattina si introdusse in casa per incontrare Anna Maria. Nella villetta c’era solo Samuele: l’uomo lo aggredì e uccise per paura di essere stato riconosciuto. Elementi oggettivi e non interpretazioni della difesa, tiene a precisare il legale che – con l’ausilio di perizie della Polizia scientifica svizzera – sostiene d’aver trovato un’impronta digitale quasi sicuramente dell’assassino, mai scoperta finora, nella camera dove è stato ucciso il bimbo, una possibile via di fuga e nuove tracce di sangue. “Ci sono macchie – dice Taormina – che partono dalla stanza dov’è stato ucciso Samuele, proseguono per una via di fuga e arrivano fino ad una via d’uscita”. Dalla Procura di Aosta trapela che non si tratta di novità, ma che questa pista sarebbe già stata vagliata nel corso delle indagini preliminari senza alcun esito. Taormina, però, insiste e invita a fare in fretta: a chi gli fa notare l’eventuale incongruenza fra la condanna appena pronunciata e il suo esposto-denuncia contro quello che lui ritiene il vero assassino, il legale risponde così: “Questo è un paese strano, un paese dove non basta dimostrare la propria innocenza ma bisogna lavorare per scovare gli assassini”. E chi si occuperà adesso di esaminare le risultanze dell’esposto-denuncia di Taormina? Il procuratore Caselli deciderà agli inizi della prossima settimana ma è facile intuire che se ne occuperà la Procura di Aosta, competente per territorio e materia.



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