Sospeso don Barbero: “Dispiaciuto, ma non cambio”
Dice di essere dispiaciuto, ma di non voler cambiare strada: don Franco Barbero, nonostante la perdita dello stato clericale, continuerà a benedire coppie di sacerdoti e di gay. “L’ho fatto anche ieri – rivela -, quando ho sposato un parroco del Centro Italia del quale avevo già battezzato il figlio”. A Pinerolo, a una quarantina di chilometri da Torino, don Barbero esercita in una comunità di base (a seguirlo sono un centinaio di persone). Ed è almeno dal 1975, come informa una nota del vescovo mons. Pier Giorgio De Bernardi, che la Curia pinerolese cerca di richiamarlo “al senso della comunione ecclesiale”. Di fatto, da parecchi anni al reverendo non vengono più affidati incarichi all’interno della comunità diocesana. Adesso, il provvedimento del Vaticano, che non comporta la perdita dello status di sacerdote (l’ordinazione non diventa mai nulla), lo priva del diritto di svolgere tutti gli atti del ministero. “Mi dispiace – è il suo commento -, anche se me lo aspettavo. Del resto, ho sempre chiesto la possibilità di dialogare sia con il Vescovo che con il Vaticano, e non l’ho mai ottenuta. Giunto alla soglia dei quarant’anni di sacerdozio non era questa la torta di compleanno che avrei desiderato. Ma credo molto nel lavoro della comunità, e continuerò ad impegnarmi finché avrò la fiducia dei miei fedeli”. “Domani – aggiunge risoluto – celebrerò la messa”. I problemi sono di metodo e di contenuto. Gli archivi sono zeppi di notizie sulle prese di posizione del reverendo e delle repliche della gerarchia ecclesiastica. Due date, scelte a titolo di esempio: nel 1987, don Barbero mette in discussione la verginità della Madonna, e viene “ammonito” dal Vescovo; nel 2000, in occasione del Gay Pride di Roma, dichiara che “lesbiche e omosessuali stanno compiendo il grande e benedetto cammino di Abramo”.