Tangenti: Torino quattro altri ordini custodia cautelare
L’accusa per i quattro è concorso in corruzione. Al centro delle indagini ci sono i lavori per ottenere gli appalti dell’alluvione del 2000, a Torino. Secondo le indagini della Guardia di Finanza in alcune occasioni due imprenditori arrestati avrebbero dato tangenti dell’ordine dei 20-50 milioni di vecchie lire ai due funzionari. Incombeva lo stato di emergenza. Bisognava fare in fretta per intervenire sugli enormi danni provocati dall’ alluvione del 2000. Non ci furono gare d’appalto, i lavori furono assegnati così a trattativa privata. Ebbene, mentre migliaia di persone erano in mezzo al fango, due imprenditori pensarono bene di consegnare una bustarella da una ventina di milioni a due funzionari dell’Agenzia interregionale per il Po (ex Magistrato del Po). I due funzionari arrestati sono Gian Pietro Armani, di Parma, direttore dell’Area idrogeografica del bacino piemontese, e Girolamo Calvi, responsabile torinese dell’Agenzia. Gli imprenditori sono invece Massimo Martino, titolare della Sama di Cuneo, e Franco Antonini della Sodis di Vercelli. È uno degli episodi più significativi emersi dall’inchiesta della Procura di Torino sulla corruzione in appalti pubblici E così, da maggio 2002 ad oggi, quest’indagine ha toccato il record di più di 60 arresti e più di 200 persone indagate. Le persone finite in carcere oggi sono accusate di concorso in corruzione: secondo le indagini della Guardia di Finanza i due imprenditori avrebbero versato tangenti per 50 milioni ai due funzionari. La percentuale delle mazzette era del 4-5 per cento sull’ importo dei lavori. Ed emerge, in questa inchiesta, che gli imprenditori, perlopiù del settore edile, si riunivano in cartelli per spartirsi gli appalti pubblici di Torino e provincia.