È un vero e proprio giallo l’omicidio di Giu­seppe Donà, 40 anni, l’impiegato torinese uc­ci­so a colpi di pistola in una stradina di Gru­gliasco, via Dell’Arco, al confine con i terreni che fanno da “spartiacque” con Torino. Amante del ciclismo, dipendente della Valeo di Pianezza (Torino), dove faceva il disegnatore progettista, Donà era un single che aveva una vita regolare (abitava in un alloggio di via Melezet a Torino) e che veniva apprezzato da colleghi e amici per il suo carattere tranquillo. E allora perché una persona così “normale” alle 21,30 di una notte gelida era in un luogo così isolato? E cosa può avere fatto o detto alla persona che era con lui, che gli ha sparato due colpi al fianco e uno alla schiena mentre stava cercando di scappare a piedi? Aveva una doppia vita? Sono i misteri che i Carabinieri del Nucleo Operativo di Torino e della Compagnia di Rivoli stanno cercando di sciogliere, interrogando parenti e amici della vittima per cercare di fare luce su un delitto dalle molte anomalie. Che cosa ha fatto Giuseppe Donà da quando è uscito dalla casa dei genitori? Le ipotesi possono essere molteplici, ma tutte ruotano intorno alla sua macchina, una Fiat Punto, che i ca­ra­binieri dicono di non avere trovato. Nelle ta­sche dei pantaloni dell’uomo, però, le chiavi c’era­no, così come è stato rinvenuto il portafo­glio con oltre 100 euro e altri suoi oggetti personali. Dunque non si è trattato di una rapina.

Condividi su facebook