Maurizio Minghella è stato catturato da una pattuglia radiomobile dei Carabinieri, che poco prima delle 22 ha notato un uomo sospetto mentre pattugliava l’area industriale alla periferia di Biella. L’evaso era a piedi, e indossava ancora gli stessi indumenti che portava al momento della fuga: jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. I militari, che hanno riconosciuto il serial killer grazie all’identikit diffuso nel pomeriggio, sono scesi dall’auto e hanno inseguito Minghella cercando di raggiungerlo. L’uomo ha tentato di fuggire nascondendosi fra le siepi di un vicino vivaio. È così scattato l’allarme: una decina di autoradio hanno circondato l’area, illuminandola con i riflettori. Minghella è stato identificato, raggiunto e ammanettato. Una volta a bordo di una delle auto dei Carabinieri, ha tentato ancora la fuga, cercando inutilmente di gettarsi fuori dalla portiera. È finita così la fuga del serial killer evaso alle 13 dall’ospedale di Biella. Per tutto il giorno, di Maurizio Minghella nessuna traccia. Pareva svanito nel nulla, volatilizzato. Carabinieri, Polizia anche con l’ausilio di unità cinofile, di elicotteri hanno setacciato la zona attorno all’ospedale di Biella, sospettando che l’evaso avesse trovato rifugio lì attorno, ma­gari nella boscaglia che costeggia il greto del torrente Cervo. Ma del pericoloso serial killer non c’era traccia. Detenuto al carcere di Biella, Minghella nella notte aveva accusato forti dolori al torace e all’addome. Era stato portato al pronto soccorso dell’Ospedale degli Infermi, dove gli era stata diagnosticata un’ulcera al fegato, serviva un intervento operatorio. Durante una pausa fra un esame e l’altro Minghella aveva chiesto di poter andare in bagno. Due delle 4 guardie carcerarie lo avevano accompagnato, piantonando la porta d’ingresso. Non vedendolo uscire dopo qualche minuto hanno fatto irruzione, trovando la finestra spalancata, proprio vicino all’ingresso delle ambulanze. Minghella era già uccel di bosco. La sua fuga si è conclusa alle 22.

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