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15 dicembre 2005

Delitto Cogne: tracce di sangue costruite ad arte

Era il 6 agosto del 2004. L’avvocato Carlo Taormina a Torino consegnava al procuratore Caselli un fascicolo che avrebbe portato gli inquirenti a scoprire il vero assassino di Samuele. Quel fascicolo conteneva un impronta sulla porta della camera da letto dei coniugi Lorenzi e tracce di sangue che indicavano una possibile via di fuga dell’assassino. A distanza di un anno e mezzo è risultato che quell’impronta è di un poliziotto svizzero utilizzato dai consulenti di Taormina per i rilievi e che le tracce di sangue sono state manufatte, cioè costruite ad arte. Lo sostengono i periti del gip Pier Giorgio Gosso (e fra questi alcuni esperti dell’Fbi americana) in una relazione consegnata oggi a Torino nel corso dell’incidente probatorio dell’inchiesta denominata Cognebis. Nell’ambito di questa inchiesta sono indagati oltre all’avvocato Taormina e ai suoi consulenti anche i coniugi Stefano Lorenzi e Anna Maria Franzoni per frode processuale e calunnia. Il papà di Samuele, oggi in procura a Torino, si è limitato a dire: “Abbiamo agito sempre e soltanto in assoluta buona fede”.



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