Tragedia della miseria a Torino: neonato morto per disidratazione
Un bimbo di 4 mesi è stato trovato morto nel lettino dell’abitazione dove viveva con i genitori e 4 sorelline in Strada delle Cacce 51, a Torino. La morte sarebbe dovuta a disidratazione provocata da una forte febbre e forse denutrizione. Quando sono arrivati i soccorsi, intorno alle 8.30 di ieri mattino, per il piccino non c’era più nulla da fare. I genitori (lei casalinga, lui addetto alle pulizie) sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Nell’alloggio i soccorritori hanno scoperto una forte povertà: niente luce elettrica, frigorifero completamente vuoto, nemmeno un termometro per la febbre. Il primo esame medico-legale sul corpicino ha confermato che a provocare il decesso del bimbo è stata proprio la disidratazione, unita però ad una probabile denutrizione. In effetti, fonti investigative spiegano che si tratta di un caso di incuria, dovuto alle condizioni di miseria e di emarginazione in cui versa la famiglia. Padre siciliano, mamma piemontese: la coppia ha 8 figli, ma quattro sono già stati tolti ai genitori e dati in affidamento dal Tribunale per i minorenni. “Il termostato che regolava i termosifoni – spiegano il papà e la mamma – era su 22 gradi. Deve essersi rotto e nella notte non ci siamo accorti del caldo. Quando ci siamo svegliati, ieri mattina, abbiamo trovato nostro figlio immobile, nella culla. Non si svegliava più. Abbiamo chiamato subito il 118, ma ormai era troppo tardi”. “Avevo fatto un collegamento di fortuna con la caldaia – aggiunge il padre – perché si era rotta, in attesa di una riparazione. Adesso mi chiedo se sia colpa di questo”. La mamma intanto, sconvolta, continua a ripetere che è stata una disgrazia. Piange e urla, dicendo quanto sia stato terribile vedere il loro figlio all’obitorio. Dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti pare che la coppia non avesse nemmeno il denaro necessario per comperare le medicine. “Cerchiamo di sopravvivere con il mio stipendio – aggiunge il padre – ma l’impresa di pulizie per cui lavoro mi ha ridotto le ore da otto a tre al giorno e così anche lo stipendio”.