La morte di Umberto: il cordoglio della città
La partecipazione di 50 mila torinesi all’estremo saluto per Umberto Agnelli, il cordoglio delle autorità per la scomparsa del presidente della Fiat, ma soprattutto il dolore di una famiglia, di una moglie. Allegra è la donna che ha perso il marito portato via in due mesi da un cancro fulminante. Nei suoi occhi, sulle sue spalle il peso di un dolore immenso quando stringe la mani di tante persone sconosciute, quando abbraccia e piange con Luca Cordero di Montezemolo e quando riceve il saluto del presidente Berlusconi. Con lei i due figli, Anna e Andrea. E poi gli altri componenti della famiglia, le sorelle Maria Sole e Susanna, i nipoti John e Lapo Elkann, gli ultimi rimasti della dinastia degli Agnelli. Per tutto il giorno nella camera ardente del centro storico Fiat è passata la gente comune e le autorità, gli ex dipendenti e il mondo della politica, della finanza, del sindacato, i tifosi della Juve e tutta la squadra del cuore. Una giornata nel segno del raccoglimento, del silenzio. Lo stesso silenzio che si respirava a Villar Perosa, nel rifugio alpino della famiglia Agnelli: una cerimonia breve, per pochi intimi. Una benedizione, una preghiera e la tumulazione nella tomba di famiglia. Dentro il cordoglio della città , c’è un dolore che ha i colori della squadra di calcio della famiglia Agnelli, e le facce note di giocatori, allenatori e dirigenti. È l’omaggio della sua Juventus – la squadra di calcio di cui è stato il presidente più giovane – la sua grande passione, una società di cui era profondamente innamorato. La Juve si è presentata al gran completo, alla camera ardente: tutti i calciatori, compresi i nazionali in ritiro a Coverciano, e gli stranieri. E poi il tecnico uscente, Lippi, con i tre manager Giraudo, Bettega, Moggi. È con loro che Allegra Agnelli per la prima volta da quando era arrivata in mattinata é crollata. È successo alle condoglianze di Lippi e Giraudo. In quell’abbraccio si è sciolta la tensione che aveva trattenuto per ore. Allegra ha stretto uno a uno tutti i giocatori della Juventus, Nedved forse più forte degli altri. Ha voluto esser presente anche Giovanni Trapattoni, adesso Ct della nazionale, ma anche lui in passato allenatore della Juve.