Ucciso da fuoco “amico” carabiniere morto durante una sparatoria
Massimo Guerini, il carabiniere ucciso durante una sparatoria tra forze dell’ordine e rapinatori il 1 dicembre scorso a Ceresole d’Alba (Cuneo), è stato colpito accidentalmente da proiettili sparati dai colleghi. Lo ha stabilito la consulenza tecnica disposta dal procuratore capo di Alba, Luigi Riccomagno. In quell’occasione morì anche uno dei malviventi, Gian Marco Scalitti, un pregiudicato con alle spalle un’accusa di omicidio, il quale insieme a tre complici stava per assaltare l’ufficio postale del paese. Secondo il perito della Procura, Stefano Conti, ad uccidere i due sarebbero stati proiettili “esplosi da armi in dotazione ai militari”. Dunque una distrazione, nel bel mezzo di un conflitto a fuoco, avrebbe provocato la morte del carabiniere. Guerini faceva parte del reparto operativo di Torino, e da tempo stava indagando sulla banda di rapinatori. Quel primo dicembre, si appostò con i colleghi a Ceresole d’Alba, dove i malviventi avevano in mente di effettuare un colpo. Alla vista dei militari però la banda di rapinatori cominciò ad aprire il fuoco. Scalitti venne subito ucciso. I suoi complici riuscirono a darsi alla fuga ma vennero arrestati in tempi diversi nei giorni successivi. I tre sono indagati a vario titolo per omicidio, tentato omicidio nei confronti dei Carabinieri, porto e detenzione illegale di armi e ricettazione.