Processo doping: Zidane in aula
Può un giocatore che disputa 70-80 partite l’anno reggere i ritmi frenetici del calcio moderno soltanto grazie alla preparazione atletica, oppure deve ricorrere all’ausilio di vitamine, integratori e altre medicine? Per Zinedine Zidane, miglior calciatore della Fifa secondo gli allenatori, ci vuole qualche aiuto farmacologico. Lo ha affermato oggi al processo in corso a Torino che vede imputati Riccardo Agricola e Antonio Giraudo, medico sociale e amministratore delegato della Juventus, imputati per abuso di farmaci. Zidane ha inoltre ammesso d’aver preso, nei cinque anni in cui ha giocato nella Juve, creatina, che non è una sostanza dopante: “L’ho presa solo alla Juve, in Francia e in Spagna no…”. È stato uno dei passaggi più significativi della deposizione del calciatore che oggi milita nel Real Madrid. Prima di lui era toccato a Gianluca Vialli: l’ex bianconero, già sentito come testimone, è stato richiamato in aula dopo una sua intervista proprio relativa al doping. Vialli ha ribadito che lui come altri calciatori juventini si sono sentiti trattati dal procuratore Guariniello e dai suoi collaboratori come pregiudizialmente colpevoli. Inoltre la Juventus ha presentato un esposto al Csm proprio contro Guariniello per alcune sue dichiarazioni in un’intervista a Le Monde. Con oggi si concludono le audizioni dei testimoni eccellenti; il processo si prende una lunga pausa. Riprenderà l’11 giugno, il tempo necessario per due periti nominati dal giudice, un ematologo e un farmacologo, di esaminare perizie ed analisi emerse nel corso di questo procedimento.