Delitto Cogne: ancora scontri su nuova perizia psichiatrica
È stato ancora il nodo spinoso della perizia psichiatrica per Anna Maria Franzoni il tema centrale della terza udienza al processo d’appello per la morte del piccolo Samuele. In una lunghissima e agguerrita arringa il difensore Carlo Taormina ha cercato di convincere la corte a ritirare l’ordinanza con la quale lunedì scorso aveva disposto un nuovo esame sulla personalità della mamma di Cogne. È solo una scorciatoia – ha detto – e soprattutto è inutile in quanto ce n’è già stata una, 3 anni fa. Veloce e semplice la replica dell’accusa rappresentata dal procuratore Vittorio Corsi. Ci sono centinaia di pagine di intercettazioni ambientali con dialoghi fra Anna Maria Franzoni e il marito Stefano Lorenzi che i periti non hanno mai esaminato e che svelano aspetti nuovi sulla personalità della donna. Dopo circa 2 ore di camera di consiglio, la corte ha deciso che la perizia si farà ugualmente, perché ciò non implica un giudizio preventivo di colpevolezza. Ma la giornata è stata caratterizzata da un altro scontro duro fra accusa e difesa sul ruolo dei Carabinieri del Ris di Parma. Per l’avvocato Taormina la presunta sparizione di un centinaio di foto scattate dai Carabinieri la mattina della tragedia è un fatto gravissimo. Per il procuratore Corsi non siamo di fronte a nessuna sparizione di foto ma ad una diversa numerazione fatta da apparecchiature digitali. “E poi – ha detto Corsi – io sono qui per cercare di trovare l’assassino di Samuele e non per processare i Carabinieri”. Ed è a quel punto che la mamma di Samuele, anche oggi presente in aula con tutta la sua numerosa famiglia, ha chinato il capo. Ed è scesa qualche lacrima sul suo volto. Poi rivolta ai giornalisti ha detto: “Chiedo solo correttezza, vorrei obiettività, e mi sembra che finora ce ne sia stata poca”.