Tav: De Palacio in Valsusa, continua braccio di ferro
La visita in Valsusa dell’ex commissario europeo ai Trasporti Loyola De Palacio, responsabile del progetto Torino-Lione, non è servita a distendere gli animi dei sindaci dell’area, da tempo sul piede di guerra contro la Tav. Oltre due ore e mezzo di confronto serrato con gli amministratori locali non hanno scalfito il muro contro muro. De Palacio è ripartita affermando con fermezza che “nessun rinvio sulla partenza del cantiere di Venaus potrà essere accettato”. I sindaci, delusi, hanno ribattuto all’unisono che il 30 novembre saranno a Venaus per impedire materialmente l’avvio dei lavori. La giornata era cominciata sotto i migliori auspici. Alle 11,30 esatte, puntualissima, De Palacio entrava nel municipio di Bardonecchia accompagnata da Daniele Borioli, assessore regionale ai trasporti. “Sono venuta in Valle di Susa per capire, per ascoltare le ragioni degli amministratori e di coloro che sono contrari alla Tav”, aveva esordito non lontano dal piccolo drappello di manifestanti No Tav che l’aveva lasciata passare senza contestazioni. All’uscita, verso le due, il clima era cambiato. Il braccio di ferro che da tempo contrappone Europa, governi nazionali e Regione Piemonte ai sindaci e ai presidenti delle comunità montane del luogo non accenna a fermarsi. “Il dialogo – ha detto De Palacio – è importante, ma ci vuole buona volontà da entrambe le parti. Finora da parte dei sindaci non c’è stata alcuna presa di posizione costruttiva”. “Un nulla di fatto”, “un incontro orribile”, “una prova di dilettantismo, preludio di cose spiacevoli”, “frasi fatte a cui resta ben poco da ribattere”, hanno commentato facendo gara di pessimismo i sindaci. E gli abitanti della Valle di Susa cominciano a paventare possibili scontri per il giorno ormai prossimo in cui i tecnici di Ltf saliranno a Venaus per recintare i terreni del cantiere.