Il primo a definirla una “iniziativa infantile” è proprio il sindaco Sergio Chiamparino: ieri sera in consiglio comunale a Torino con un ordine del giorno di Rifondazione e Pdci è stato chiesto di togliere lattine e bottigliette della Coca- Cola dai distributori automatici presenti negli edifici comunali. 12 a favore (11 contrari, 6 astenuti e ben 20 assenti) hanno invitato al boicottaggio contro le bollicine più famose del mondo, dal 1928 sponsor di tutti gli avvenimenti olimpici, e quindi anche di Torino 2006 e anche dei Giochi Paraolimpici. L’accusa: la Coca-Cola non rispetta i diritti sindacali in alcuni stabilimenti dell’America Latina; un’accusa che la multinazionale di Atlanta respinge al mittente, negando conflitti in corso e ricordando l’impegno a creare nuovi stabilimenti in zone critiche del mondo, come nei territori palestinesi: produzioni che danno lavoro a centinaia di lavoratori, possedute in gran parte da imprenditori locali, come succede quasi in tutto il mondo, Italia compresa. Che alcune forze politiche torinesi, a poche settimane dall’inizio delle Olimpiadi che dovranno segnare il rilancio di una città e di una regione, sollevino un problema simile, non era mai capitato e lo stesso Sindaco ricorda che “non è certo con il boicottaggio che si risolve il problema”. Alla domanda se darà un seguito operativo allo stop alla Coca-Cola la risposta è secca: “Ma figuriamoci”. E in serata c’è una telefonata chiarificatrice tra il sindaco Chiamparino e il consigliere delegato dell’azienda americana, Nicola Raffa. Lunedì prossimo ci sarà un incontro per ricucire lo strappo causato dal discusso ordine del giorno.

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