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16 novembre 2005

Tav: sciopero generale in Valsusa

Per le forze dell’ordine sono 30-40mila, per gli organizzatori il doppio. Ma in questo caso il numero esatto di partecipanti non è il dato più importante, anche se il serpentone di gente che ha camminato per 8 km da Bussoleno a Susa offre un colpo d’occhio pieno di significati. L’elemento di maggior evidenza nello sciopero di oggi è che tutta la Valsusa si è fermata ed è scesa in strada per dire no all’Alta Velocità pacificamente, senza neanche un momento di tensione. Scuole, uffici, fabbriche, negozi, tutto chiuso. Nemmeno un bar aperto per un caffè o un panino e in strada giovani e anziani, uomini e donne, valligiani e gente venuta da fuori con treni e pullman speciali. Voci, colori, suoni, musiche per uno sciopero e un marcia senza etichette, senza sponsor. Un solo slogan, No Tav. 37 consigli comunali, 60mila abitanti di una valle lunga 90 km tutti insieme per dire “io c’ero”, per dire no al progetto di una galleria di 54 km che – secondo i valsusini – porterà solo danni all’ambiente di queste montagne olimpiche. Sono stati proprio i sindaci e le comunità montane i promotori di questa giornata di protesta e di festa (con le musiche degli Statuto e dei Subsonica), ma sono stati anche i sindaci a garantire che tutto filasse via liscio, proprio loro, gli amministratori, a garantire il servizio d’ordine, insieme ad un grande dispiegamento di Polizia e Carabinieri. Valsusini e agenti oggi non contrapposti ma insieme, per il dialogo. Un dialogo che da domani deve riprendere: adesso lo auspicano tutti, chi c’era oggi, alla manifestazione e chi è rimasto a casa, a Torino, a Roma o a Bruxelles.



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