Salone Gusto – Terra Madre, giù il sipario su accoppiata vincente
Chi pensava che il Salone del Gusto di Torino avesse esaurito la sua spinta, ha sbagliato clamorosamente previsione. La rassegna del decennale, la sesta edizione, ha chiuso questa sera i battenti con un numero record di visitatori, oltre 172mila in cinque giorni (+23% rispetto a due anni fa, 20mila oggi, con orario ridotto) e ancora nelle ultimissime ore a migliaia giravano tra gli stand a caccia dei saldi di fine fiera, birra scozzese a cinque euro, cinque bottiglie di vino al prezzo di tre, barattolini di marmellata e le ultime buste di prosciutto sotto vuoto. Il centro fieristico del Lingotto è diventato troppo piccolo e non si può allargare l’esposizione (quest’anno su 52mila metri quadrati) al vicino Oval, durante il Salone, perché le due manifestazioni continueranno a essere gemellate e vicine anche nel 2008. L’accoppiata tra la rassegna gastronomica e l’incontro delle 1.700 comunità del cibo di tutto il mondo, è stata un successo anche per la presenza di autorità: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’inaugurazione, il presidente della Camera Fausto Bertinotti e il vicepremier Massimo D’Alema alla chiusura di oggi. “Agli inizi del Salone – ha ricordato Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food che oggi ne dirige la sezione internazionale – il 75% egli espositori erano commercianti, il 25% da produttori, oggi il rapporto si è invertito”. Slow Food, che organizza il Salone con Regione Piemonte e Città di Torino, reclama nuovi spazi. “È evidente – osserva Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia – che la struttura non è più adeguata per accogliere così tanto pubblico, soprattutto se si pensa che i nostri visitatori hanno esigenze particolari, essendo in buona parte stranieri”. La risposta, però, l’aveva anticipata già ieri la presidente della Regione Mercedes Bresso, ipotizzando la creazione di un padiglione aggiuntivo tra il Lingotto e l’Oval.