Torino 2006: nessun hacker tentò sabotare Giochi, fu calunnia
Non ci fu nessun tentativo di attacco informatico alla rete del Toroc, il comitato organizzatore delle Olimpiadi di Torino 2006: questo, secondo quanto si apprende, è il parere della magistratura, al termine di una meticolosa indagine scaturita dalla denuncia a carico di un presunto hacker risultato ora innocente. Il caso, che circolò in tutto il mondo, scoppiò il 13 febbraio scorso, proprio durante lo svolgimento delle gare. Adesso i pubblici ministeri della Procura di Torino hanno aperto un fascicolo per calunnia, perché si ritiene che la segnalazione a carico del sospetto pirata informatico non venne fatta in buona fede. Una persona è stata iscritta nel registro degli indagati. Al centro della vicenda c’è un impiegato di una società impegnata nella manutenzione delle risorse hardware e software del Toroc, entrato in possesso – per ragioni di servizio – di alcune chiavi di accesso alla rete. La denuncia provocò l’immediato intervento della Polizia Postale e delle telecomunicazioni: c’era il timore, come disse uno degli specialisti, che l’hacker, dopo avere ottenuto delle chiavi di accesso alla rete Admin, “snaturasse dei file o buttasse giù, come si dice in gergo, un intero sito”. Il giorno prescelto per l’attacco sarebbe stato il 10 febbraio, a poche ore dalla cerimonia inaugurale della grande kermesse a cinque cerchi. Dopo alcuni mesi, e con l’aiuto di una consulenza informatica, la Procura è arrivata a concludere che il presunto pirata era estraneo ai fatti.