Tav: la Valsusa a Roma mentre la Valsangone dice si
Sono scesi a Roma in diverse migliaia per manifestare contro l’Alta Velocità, il ponte sullo stretto e il Mose di Venezia, un corteo pacifico senza incidenti per dire no alle grandi opere nel nostro paese. Folta la delegazione di sindaci e abitanti della Valsusa che da dieci anni contestano il progetto di Alta Velocità ferroviaria Torino-Lione. Ma proprio dal Piemonte arriva una novità. C’è una valle lunga una ventina di chilometri, 6 comuni per un totale di 30mila abitanti, la Val Sangone che corre proprio a fianco della Valsusa che si dice pronta ad accogliere il Tav. Lo sostengono i sindaci Daniela Ruffino di Giaveno e i primi cittadini di Sangano e Coazze, Agnese Ugues e Paolo Allais: “È importante che sia rispettato il nostro territorio e l’ambiente, ma sarebbe sbagliato dire un no pregiudiziale. Non possiamo dire no all’Europa e la Tav porterebbe in Valle lavoro e occupazione: noi chiediamo in tal senso delle garanzie”. Una valle incantata che festeggia in questi giorni il suo prodotto più prelibato, il fungo. Una vallata pronta ad accogliere il progetto alternativo perché porterebbe lavoro e farebbe uscire la Val Sangone dall’isolamento. Purché sia rispettato l’ambiente. Di questo progetto alternativo alla galleria del Musinè, montagna della Valsusa carica di amianto, se ne parla da anni ma adesso dopo le proteste dei No-Tav è tornato d’attualità. Osvaldo Napoli è l’unico parlamentare eletto sia della Valsusa sia della Val Sangone: “L’importante è non essere tagliati fuori, perché la Svizzera e l’Austria sono pronti ad accogliere il Tav”.