Intesa-Sanpaolo: sì a fusione, nasce prima banca italiana
Nasce la prima banca italiana. A un mese e mezzo di distanza dal blitz agostano di Giovanni Bazoli ed Enrico Salza, i cda di Intesa e Sanpaolo Imi hanno dato il via libera alla fusione che dà vita a un colosso che si colloca fra i quattro maggiori d’Europa e fra i primi quindici a livello mondiale e si candida, anche tramite acquisizioni all’estero, “a essere una delle poche grandi banche che ci saranno in Europa fra 10 anni”. “Ci sbrigheremo a lavorare bene, ma anche ad immaginare altre operazioni da portare avanti nell’interesse del Paese”, ha osservato Salza, presidente del Sanpaolo e designato alla presidenza del consiglio di gestione, in una conferenza stampa congiunta che si è tenuta a fine giornata fra Torino e Milano. “Seguiremo le traiettorie delle imprese italiane nell’Est Europa, nei Paesi del Mediterraneo, in Russia, in Cina e India”, ha anticipato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa, designato per lo stesso ruolo nella superbanca. Tutti confermati i dati dell’operazione, compreso il concambio a 3,115 euro, malgrado il voto contrario dei due rappresentanti del Santander nel cda del Sanpaolo, mentre a Milano il patto e il consiglio di Intesa hanno detto si all’unanimità al progetto di fusione. Migliora soltanto, rispetto ai 1.300 milioni annunciati il 26 agosto, l’obiettivo delle sinergie lorde, previste a 1.550 milioni a regime nel 2009, di cui 980 milioni (pari al 63%) dai costi. Nessuna cifra è stata peraltro fornita sui tagli di personale. Sugli esuberi “ci sarà un piano concordato coi sindacati”, ha detto Passera. Quale sarà il nome della nuova banca si saprà tra 15 giorni. Una delle ipotesi è Sanpaolo-Intesa e la scelta sarà comunque fatta “nel rispetto della tradizione delle due banche”, ha assicurato Salza.