Per la Cassazione l’inchiesta Cogne-bis resta a Torino
Resta a Torino l’inchiesta, chiamata Cogne- bis, su un presunto tentativo di inquinamento della scena dell’omicidio del piccolo Samuele Lorenzi. Lo ha deciso la Procura generale della Cassazione respingendo una richiesta dell’avvocato Carlo Taormina. L’indagine, che vede proprio Taormina iscritto nel registro degli indagati insieme a un’altra decina di persone, riguarda le prove raccolte dai consulenti del penalista durante un sopralluogo alla fine di luglio del 2004, due anni dopo il delitto di cui è imputata (in secondo grado) la madre del bambino, Anna Maria Franzoni. Taormina riteneva che dovesse procedere la procura di Roma, ma la Cassazione ha deciso che la competenza tocca ai pubblici ministeri subalpini perché proprio a Torino l’avvocato aveva presentato l’esposto che aveva originato la vicenda: una denuncia in cui si proponeva un’indagine su una soluzione dell’omicidio alternativa a quella che in primo grado portò la Franzoni ad essere condannata. Durante quel procedimento vennero alla luce delle anomalie (sulle quali comunque non ci sono ancora conclusioni definitive) sulla raccolta degli indizi da parte dei consulenti della difesa.