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29 marzo 2006

Inizia demolizione ex Eternit, fabbrica di morte

Una data storica per Casale e i suoi abitanti. Dopo anni di lavori di bonifica e rimozione di coperture e depositi in amianto, inizia la demolizione del fabbricato dell’ex Eternit. Oltre al sindaco Paolo Mascarino, sono presenti l’assessore regionale all’Ambiente Nicola De Ruggiero e l’Associazione Esposti Amianto. La demolizione delle strutture verrà effettuata con tutti i crismi precauzionali del caso, sotto la stretta supervisione degli organi sanitari che garantiranno la massima tutela alla salute di chi effettua le operazioni come di chi risiede nel quartiere. L’area di cantiere è stata divisa in due zone in modo da iniziare la demolizione consentendo di ultimare la rimozione del terriccio sulle coperture piane (la rimozione delle coperture in eternit è di fatto terminata, come la bonifica delle arre altamente inquinate). Complessivamente sono stati asportati e conferiti in discarica 60mila metri quadrati di coperture, 1.300 metri cubi di amianto friabile, 1.400 di terriccio contenente fibre di amianto, 8 mila di materiali vari (quadri elettrici, stampi, rulli). In tutto sono stati sottoposti a trattamento di bonifica 80.000 metri quadrati tra pavimenti e pareti. Ora si provvederà alla demolizione di 220.000 metri cubi di volumi edificati e alla realizzazione di 2.500 metri cubi di calcestruzzo armato per la realizzazione di solette e muri di contenimento. I lavori presumibilmente termineranno entro fine 2006. L’area dell’ex Eternit è stata destinata a verde pubblico e verrà inserita nel nuovo progetto di quartiere che sorgerà al posto dell’area industriale. Lo stabilimento di Casale, che si estende su un’are di 94.000 metri quadrati, è stato uno dei maggiori centri nazionali di produzione manufatti in fibrocemento. In attività ininterrotta per 80 anni ha chiuso il 6 giugno 1986, dopo avere impiegato oltre 5 mila persone. L’amministrazione comunale nel 1995 ha deciso di acquistare l’ex stabilimento, ormai in stato di abbandono e possibile fonte di inquinamento atmosferico, per dare inizio agli interventi di bonifica. Il Casalese ha pagato un pesantissimo tributo all’amianto: almeno 700 i morti per mesotelioma, tantissimi i casi di malattia professionale. E dall’inizio dell’anno sono stati diagnosticati 8 nuovi casi della malattia che non perdona. Dopo il processo del 1993 che affermò la responsabilità dei massimi dirigenti Eternit, alla sezione fallimentare del tribunale di Genova è in corso la causa civile per il risarcimento dei familiari delle vittime o di chi si è ammalato per l’amianto.



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