Metalmeccanici torinesi si trasformano in lavavetri per protesta
Cinquantamila metalmeccanici arrabbiati: le loro buste paga sono falcidiate dalla cassa integrazione e il nuovo contratto non arriva. Lo gridano nelle strade di Torino, bloccate nei punti nevralgici, e davanti a 300 fabbriche della provincia in sciopero. Tre aerei decollano in ritardo dall’aeroporto di Caselle per aspettare i passeggeri in coda sulla superstrada. In corso Allamano alcuni operai della Bertone, della Lear e della Pininfarina si improvvisano lavavetri: dobbiamo arrotondare lo stipendio, spiegano agli automobilisti. Numerosi i blocchi stradali: in corso Francia, sulla statale 25 della Valle di Susa, ai caselli di Chivasso dell’autostrada Torino-Milano, all’imbocco della tangenziale. “La vera prova d’emergenza oggi a Torino – afferma il segretario generale della Fiom provinciale, Giorgio Airaudo – non è stata quella antiterrorismo delle forze dell’ordine: l’hanno fatta i metalmeccanici. L’emergenza è il salario dei lavoratori, bloccato dall’ottusità di Federmeccanica e falcidiato da una crisi che vede il torinese capitale della cassa integrazione in Italia. La protesta proseguirà in modo sempre più visibile perché la condizione di 150.000 metalmeccanici a Torino e 1.700.000 in Italia non può diventare invisibile”.