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10 marzo 2006

Paralimpiadi: la festa d’apertura abbatte le barriere

Il muro, alto come una casa, occupava l’intero palcoscenico dello stadio Olimpico ostacolando la festa che stava per incominciare. Una barriera insormontabile, se a spingere per abbatterlo non ci fossero stati i 498 eroi delle Paralimpiadi invernali di Torino 2006. Sono stati loro i grandi protagonisti della cerimonia d’inaugurazione che, nonostante il forte vento di oggi pomeriggio, ha comunque messo in scena la passione, l’entusiasmo e la forza d’animo di un evento che vuole abbattere le differenze. A dare il via a questa sfida al limite, sono stati Reinhold Messner e Alex Zanardi. “Mi chiamo Zanardi e sono un pilota”, ha detto il campione di Formula 1. “Sono” un pilota e non “ero”, perché nonostante le gambe tranciate da un incidente automobilistico è riuscito a rimettersi al volante grazie ad una volontà di ferro. La stessa che ha permesso a Messner di scalare uno dopo l’altro tutti gli ottomila della Terra. E che stasera si è trasformata nella freccia, metafora della vita umana, con cui dalla sua sedia a rotelle l’arciere Paola Fantato ha sfondato il muro da cui sono sfilati i campioni paralimpici. Una parata allegra e spensierata che ha dato un calcio all’indifferenza sotto lo sguardo commosso del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, della moglie Franca, e del presidente della Camera Pier Ferdinando Casini. È tutto per il Capo dello Stato il primo boato dei 25 mila spettatori, che hanno ascoltato in piedi l’inno di Mameli suonato dalla fanfara dei Bersaglieri in divisa storica. Note che hanno colpito dritto al cuore, come il pas de deux della ballerina disabile Simona Atzori e del suo compagno Luca Alberti. Una danza fra i paletti che il destino pone di fronte alla vita di ciascuno, e che – questo il messaggio della cerimonia paralimpica – con un pizzico di volontà si possono superare con la stessa agilità con cui ballerini, performer e atleti, disabili e non, si esibiscono sul palcoscenico a forma di stella. Un omaggio ad Aster, la mascotte delle Paralimpiadi ispirata ad un cristallo di ghiaccio, ed alle numerose star che si mescolano ai campioni paralimpici. Da Luciano Ligabue, che ha cantato “Il giorno dei giorni”, al capitano e al tecnico della Juventus, Alessandro Del Piero e Fabio Capello. Sono stati loro a guidare il gruppo dei “campioni paralimpici” che ha accompagnato l’ingresso della bandiera paralimpica issata poi a fianco del tricolore da Alpini in divisa storica. Insieme agli assi della Juventus Cannavaro, Ibrahimovic, Thuram e Pessotto c’erano anche le vecchie glorie del Torino Claudio Sala, Natalino Fossati, Serino Rampanti e Lido Vieri, l’ex pallavolista Andrea Zorzi, e i campioni della neve Alberto Tomba, Paolo De Chiesa e Stefania Belmondo. Una festa nella festa arrivata subito dopo i discorsi che hanno dichiarato aperta la nona edizione delle Paralimpiadi invernali. E che ha anticipato il momento più solenne della cerimonia: l’accensione del tripode che, fra lo stupore degli spettatori, ha riacceso con un magico gioco di luci e di colori il braciere di 57 metri che ha già illuminato le Olimpiadi invernali. A far scoccare la scintilla è stata Silvia Battaglio, una bambina non vedente di 11 anni, aiutata dal campione paralimpico di Roma 1960 Aroldo Ruschioni. È stato l’ultimo momento di commozione prima che la gioia dell’avventura che sta per incominciare esplodesse nei fuochi d’artificio e nella musica da discoteca del gran finale, con tutti gli artisti a ballare sotto una cascata di coriandoli rossi e verdi.



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