Joana, romena, 50 anni compiuti, lo ha supplicato a lungo. Ha pianto più volte per far capire al figlio che sbagliava a nascondersi nel suo Paese d’origine per un delitto orrendo compiuto in un momento di follia. “Torna, potrai spiegare quello che è successo”, ha ripetuto nel corso di lunghe telefonate. Ed alla fine Gelu Saveluc, che compirà 20 anni il prossimo 7 aprile, si è convinto ed è tornato dalla madre, che lo ha consegnato agli agenti della Squadra Mobile di Torino che lo cercavano con una accusa pesante: avere ucciso il 16 dicembre scorso, con un connazionale, Doru Preda, ancora latitante in Romania, una nobildonna torinese a scopo di rapina. È arrivata a una svolta cruciale l’indagine sulla morte della contessa Italia Viglino Cibrario, 66 anni. Il cadavere era stato trovato nel garage della sua abitazione in una zona esclusiva della Crocetta, il quartiere più elegante della città. In un primo tempo si era pensato che la donna fosse deceduta per un malore, poi la terribile scoperta dopo l’autopsia: la morte era stata causata da un principio di asfissia e da fratture presenti sul tronco e nella parte inferiore del mento non compatibili con una caduta accidentale. “Un omicidio frutto di una violenza brutale e ripugnante, quando la vittima era già in uno stato di semi incoscienza”, hanno commentato oggi il procuratore aggiunto Francesco Saluzzo e il sostituto procuratore Andrea Bascheri che hanno coordinato le indagini. Dopo avere ridotto la donna quasi in fin di vita, stringendole una sciarpa intorno al collo e buttandola a terra, gli assassini si sono infatti accaniti su di lei con calci al torace che le hanno procurato varie fratture mortali. “Lo scopo era rapinarla, ma non si sono fatti scrupoli ad ucciderla”, hanno sottolineato gli investigatori.

Condividi su facebook