Delitto Cogne: ridda di voci su perizie in villetta
Gli atti non sono stati ancora depositati e sull’esito delle ultime perizie effettuate nella villetta di Cogne, è già guerra a colpi di indiscrezioni e di smentite. Prima pagina de La Stampa di oggi: “Nel garage sangue dei Lorenzi”. L’articolo parla di svolta nell’ultima perizia ordinata dal gip. Quella su 35 tracce trovate nel garage della villetta di Cogne. Percorso indicato dalla difesa come possibile via di fuga del vero assassino. Secondo il quotidiano torinese, in quelle tracce i periti dell’accusa avrebbero trovato profili parziali di dna che potrebbero essere compatibili con quello dei Lorenzi: del padre Stefano e del figlio Samuele. Seconda novità: la presenza nelle tracce di un misterioso composto chimico che reagisce al luminol, sostanza che rileva la presenza di sangue anche dopo anni. Era stata la difesa della Franzoni (condannata in primo grado a 30 anni di carcere) a indicare il garage quale possibile via di fuga. E quelle tracce come possibili prove a carico dell’assassino. “Quanto riportato oggi dalla Stampa è assolutamente falso – affermano gli avvocati Gatti e Repetti, difensori dei medici legali di parte – i nostri consulenti hanno partecipato alle operazioni peritali dalle quali è emerso che le tracce non sono di materiale biologico. Quindi nè sangue nè, di conseguenza, presenza di dna umano”. Nei giorni scorsi era stato invece il quotidiano romano “Il Messaggero” a pubblicare un’altra anticipazione secondo la quale le tracce trovate nella villetta di Cogne non sarebbero di sangue bensì “di una sostanza amorfa”. Sempre e solo anticipazioni e polemiche: in realtà i periti avranno tempo fino al 14 novembre per rispondere alle domande del gip. Due giorni dopo, il 16, si aprirà a Torino il processo d’appello contro la Franzoni.