Anche le zecche sui treni italiani
Li hanno già ribattezzati i vagoni della vergogna, i treni delle zecche. Non solo stazioni ferroviarie invase dall’immondizia, convogli sporchi, servizi igienici impraticabili. Ora sulle carrozze viaggiano pulci, cimici. Trovarsi invasi dalle zecche, essere punti e vivere giorni da incubo appare impensabile, eppure è quanto è accaduto ad Antonella, ricercatrice universitaria torinese di 35 anni, salita a Policoro sull’espresso Reggio Calabria-Torino e protagonista – suo malgrado – di quest’avventura assurda. È ancora sotto choc: “Ci siamo accorti delle zecche appena saliti sul treno, poi quando sono arrivata a casa ne ho trovate altre, sono andata subito all’ospedale e mi hanno prescritto una fortissima cura antibiotica e mi hanno detto che se mi fosse venuta la febbre sarei dovuta correre all’ospedale per malattie infettive”. Il rischio infatti era quello di contrarre la meningite, spesso trasmessa all’uomo da parassiti come le zecche: “Ho convissuto con la paura e il terrore per parecchi giorni”. Il suo legale, avvocato Ennio Galasso precisa “Abbiamo chiesto il risarcimento dei danni materiali e morali per le sofferenze patite…”. Il personale di Trenitalia presente sul convoglio si è dimostrato gentilissimo con Antonella, poi il silenzio. Ed allora lei ha deciso di seguire le vie legali, vuol essere risarcita e spera che la sua vicenda serva da monito per un miglioramento del servizio. Proprio oggi i vertici di Trenitalia hanno assicurato il massimo sforzo per garantire immediatamente più igiene e più pulizia sui vagoni delle nostre ferrovie. Le disinfestazioni saranno raddoppiate.