Fiat: Montezemolo, con Grande Punto voltiamo pagina
La Grande Punto deve essere l’occasione per dire che la Fiat è tornata, che la grande industria italiana vuol tornare ad essere protagonista nel mondo. Lo sperano tutti. Ed è anche per questo che, almeno per una sera, è stato abbandonato il basso profilo torinese per una festa con mille invitati, sono stati scelti Michael Schumacher e Rubens Barrichello padrini della Grande Punto, è scesa in campo tutta la famiglia Agnelli per battezzare la vettura della riscossa. Un’auto da almeno 360mila esemplari venduti all’anno, con un prezzo base da sbaragliare la concorrenza. 11.111 euro, tutti numeri uno per la numero 1 del segmento B. Sei motorizzazioni, decine di versioni e colori, interni spaziosi, carrozzeria di Giugiaro grintosa e muscolare. In Fiat dicono d’avercela messa tutta per realizzare una macchina vincente. La risposta verrà dal mercato. Se lo augurano anche i lavoratori che alla festa di ieri sera hanno distribuito un volantino eloquente: Grande Punto, zero cassintegrazione. Nella serata di gala Montezemolo ha ricordato che “un anno fa la situazione era di grande difficoltà, ma abbiamo reagito con volontà, con determinazione e studiando attentamente i futuri clienti. Da Torino e dalla Fiat viene il segnale di una grande reazione dell’industria italiana, cioè di quell’impresa che produce e lavora, crea ricchezza e compete, innova e si trova ad affrontare un processo di trasformazione e di passaggio generazionale. I risultati di questo duro lavoro – ha detto ancora il presidente Fiat – li avete visti nel deciso miglioramento dei conti economici del gruppo, ma soprattutto nell’accelerato rinnovamento della gamma dei modelli”. La Grande Punto, che ha definito “bella, bellissima, come una donna italiana vestita da Giugiaro”, sarà “l’asse portante del rilancio di Fiat Auto. Vuol dire che la storia di lavoro e di progresso, di creatività e di sviluppo economico che la Fiat e Torino hanno scritto insieme per oltre un secolo non è finita”. Grazie ai nuovi modelli, che “sono stati tutti apprezzati dal mercato” la Fiat può affrontare la competizione “con successo, ottimismo e fiducia”, ma “senza trionfalismi”. Montezemolo ha voluto dare rassicurazioni sul futuro di Mirafiori e sul ruolo di Torino. “Mirafiori – ha detto – rappresenta il passato e il futuro. La Fiat guarda al suo domani, mantenendo le forti radici che la legano alla città e al Piemonte, di cui rappresenta e intende continuare a rappresentare, anche in futuro, uno dei principali elementi del tessuto economico e industriale”. “La Grande Punto – ha concluso – testimonia il nostro impegno non solo a confermare Torino come una delle capitali mondiali dell’automobile, ma anche a conservare all’Italia un’industria automobilistica, forte, vitale, competitiva”.