Estate Toro: addio tra rabbia, lacrime e dignità
Lacrime sì, ma in privato, nella camera dello storico hotel Terme di Acqui. È l’ultima lezione di dignità del Toro, prima dell’addio, come confessa capitan Comotto. Dopo quella di onorare il giorno più amaro chiedendo al direttore generale Zaccarelli di giocare un’amichevole inutile e triste: e la squadra è stata accontentata, con grande soddisfazione da parte del dirigente granata. L’unico rimasto, insieme al capo ufficio stampa Chiuminatto, un pezzo di storia e professionalità del Toro, perché di altri non se ne sono visti. “Nessuno che si sia fatto vivo da due settimane – testimonia Comotto – Ci hanno rassicurati con parole, ma erano solo parole. Siamo stati presi in giro, perché la verità si sapeva e avrebbero potuto sparare un po’ meno promesse. Cimminelli? Gliel’hanno fatta pagare perché ha creato il vuoto intorno a sé. Romero? È come sparare sulla Croce Rossa. Se si fossero comportati meglio si poteva anche capire che erano in difficoltà, ma non hanno mai ammesso le loro responsabilità, che invece sono tante”. Amarezza, sorrisi forzati, un addio triste, anche con rabbia. Questa sera per la partitella con l’Acqui c’erano 2.500 -3.000 tifosi. Cori contro il patron Cimminelli e il presidente del Torino Romero, qualche striscione “Saremo sempre con il Toro. Quello vero”. Prima del fischio d’inizio è spuntato il presidente del “nuovo” Torino, Pierluigi Marengo. Tra i giocatori granata un abbraccio generale, negli spogliatoi, un “buona fortuna” scambiato a più voci. Da stasera ognuno va per la propria strada con il ricordo nel cuore di quel Toro promosso in serie A nemmeno due mesi fa.