Calciopoli: arrivano i primi indagati eccellenti
In Federcalcio e nella sede dell’Associazione Italiana Arbitri i Carabinieri del Nucleo Operativo di Roma hanno prelevato dei documenti relativi alle designazioni nell’ambito dell’inchiesta sul pallone, ed in particolare quella del filone napoletano. Perché in queste ore sono due le Procure della Repubblica che indagano sul calcio. A Napoli i pm Beatrice e Narducci mettono a fuoco il cosiddetto “sistema Moggi” che avrebbe condizionato e falsato tutta la stagione 2004-2005. 29 giornate sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati che mirano ad accertare il ruolo dell’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi. Coinvolti una decina di arbitri, a cominciare da Massimo De Santis che, in teoria, dovrebbe rappresentarci al Mondiale e che vede la sua trasferta in Germania sempre più lontana. 2400 pagine di relazione, oltre 10.000 pagine di intercettazioni nelle quali si chiede di far vincere alcune squadre o – come nel caso della Fiorentina – di farle perdere qualche incontro. Il Coni è pronto a dichiararsi parte lesa e a costituirsi parte civile nel processo penale. Incerti i tempi della giustizia sportiva. Le poche certezze arrivano sul conto di Marcello Lippi: in Federcalcio hanno ricevuto assicurazioni dalle procure sulla sua estraneità ai fatti. C’è poi l’altra grande inchiesta penale, quella di Roma, dove i pm Palaia e Palamara stanno indagando su un altro presunto scandalo: i rapporti della Gea, la società dei procuratori presieduta da Alessandro Moggi. Per 41 persone un invito a comparire di 26 pagine, nelle quali sono elencate telefonate sospette, risultati ambigui di 19 partite del campionato di serie A e B 2004/2005, decisioni arbitrali affidate a pressioni e promesse. Quello descritto dai magistrati della Procura di Napoli è un intreccio di interessi, amicizie, favori e perfino gesti violenti, come quando l’arbitro Paparesta fu chiuso e sequestrato in uno spogliatoio a Reggio Calabria. Sono quarantuno le persone finora raggiunte dall’invito a comparire, ma gli indagati sarebbero molti di più. Nomi già finiti nelle cronache in questi giorni, ma adesso ufficialmente indagati nell’inchiestona napoletana. Tantissimi nomi. E per citarne solo alcuni: Luciano Moggi e Antonio Giraudo della Juve, Leonardo Meani del Milan, Diego e Andrea Della Valle della Fiorentina, Lotito della Lazio. Procuratori come Alessandro Moggi. E poi gli ex designatori di arbitri Pier Luigi Pairetto, componenti della commissione arbitri. E anche il presidente della Figc Franco Carraro e il vice Mazzini. E naturalmente arbitri e guardalinee: De Santis, Racalbuto, Tagliavento, Bertini. E poi un giornalista sportivo, Ignazio Scardina della Rai, il generale Attardi e un altro ufficiale della Guardia di Finanza che avrebbero passato informazioni riservate e due poliziotti della Questura di Roma che avrebbero usato un’auto di servizio per fare la scorta privata di Moggi, padre e figlio. Diverse le imputazioni. Si va dall’associazione a delinquere, alla frode sportiva, alla violazione del segreto istruttorio. Ma i magistrati napoletani in questo provvedimento dicono che il cuore di questo sistema era costituito da sei persone Luciano Moggi e Antonio Giraudo, il vicepresidente della Federazione Innocenzo Mazzini, i designatori Bergamo e Pairetto e l’arbitro Massimo De Santis. Per loro c’è l’aggravante di avere promosso, costituito e organizzato l’associazione.