Mirafiori, passa al pubblico un pezzo di storia
Il pezzo del comprensorio di Mirafiori che diventerà pubblico, in base all’intesa raggiunta oggi tra Fiat ed enti territoriali, numericamente parlando è pari a 300 mila metri quadrati su 3 milioni. Un pezzo, però, parte di un luogo simbolo che più di ogni altro ha scandito i ritmi dello sviluppo industriale italiano. L’intesa di principio – come oggi l’hanno definita le parti contraenti (per la Fiat l’amministratore Sergio Marchionne, il sindaco di Torino Chiamparino e i presidenti della Regione, Bresso e della Provincia Saitta)- sarà probabilmente formalizzata martedì prossimo. Interessa oltre 600 mila mq del Campo Volo e l’area Mirafiori tra corso Settembrini e corso Tazzoli: con un’operazione da 70 milioni di euro, uno potrebbe trasformarsi nella Cittadella della Salute, l’altro in un polo di ricerca e di innovazione tecnologica per tutto il settore della mobilità. Lo stabilimento, inaugurato il 5 maggio 1939 su progetto dell’ingegnere Bonadè Bottino inizialmente su un milione di metri quadrati, è cresciuto fino a 3 milioni e nel comprensorio, ad oggi, operano 16.000 dipendenti del Gruppo più 2.000 di fornitori ed aziende di servizio. Realizzato dal senatore Giovanni Agnelli per affiancare il Lingotto, era definito dagli operai “l’università della Fiat” perché lì venivano sperimentate tutte le innovazioni tecnologiche e organizzative. A Mirafiori sono state realizzate le auto di maggior successo, quelle entrate in tutte le case degli italiani, rappresentative del boom economico, come le 500 e le 600, la 127 e la 124, la Uno e la Punto. Le piccole utilitarie prodotte tra il ’52 e il ’66 motorizzano l’Italia che passa da un’auto ogni 61 persone ad un’auto ogni 7,6. Attualmente in Carrozzeria si producono i modelli: Punto, Idea, Musa, Multipla, Thesis, 166; in quello Powertrain i cambi di velocità.