Calciopoli: se ne va anche Carraro
Franco Carraro s’è dimesso dalla presidenza della Federcalcio. La bufera delle intercettazioni telefoniche e delle due inchieste delle Procure di Napoli e Roma sul calcio italiano, scatena un terremoto. Che fa cadere il governo del nostro pallone. La situazione è precipitata in poche ore. Ieri la famiglia Agnelli, per bocca di John Elkann, ha scaricato Moggi e Giraudo, malgrado sia in arrivo lo scudetto numero 29, il settimo dell’attuale dirigenza. Oggi l’imprevedibile scelta di Carraro, che soltanto venerdì aveva indetto una conferenza stampa per ribadire: la giustizia sportiva sarà veloce e severa. Nel pomeriggio il presidente della Federcalcio, 67 anni, già numero 1 del Coni, ex sindaco di Roma, ex ministro, da cinque anni a capo della Federazione, ha incontrato il presidente del Coni, Gianni Petrucci e gli ha consegnato la lettera di dimissioni, giustificandole con l’impossibilità di gestire un calcio squassato da questo scandalo e dai pesanti attacchi ricevuti da alcuni tecnici e presidenti. L’ordinaria amministrazione passa nelle mani del vice presidente vicario, Giancarlo Abete che domani vedrà Petrucci: c’è la spedizione azzurra al mondiale da preparare ma soprattutto c’è lo scandalo delle intercettazioni. Con le procure al lavoro. A Roma, i pm Palaia e Palamara hanno ascoltato l’ex capitano del Siena, Stefano Argilli e il direttore sportivo della società toscana Giorgio Perinetti. A Napoli il procuratore capo Lepore e quello aggiunto Roberti hanno incontrato i due pm Beatrice e Narducci che dal settembre del 2004 hanno intercettato telefonicamente alcuni tesserati, tra cui Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, suo figlio Alessandro, presidente della Gea, la società di procuratori i cui soci sono finiti sul registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.