Indagati i vertici del Toro per una falsa fidejussione
A pochi giorni dalla festa per la promozione in serie A giornata nera per il Torino Calcio. La Guardia di Finanza ha effettuato nella notte perquisizioni nella sede della società. Ci sono tre avvisi di garanzia. I destinatari dei provvedimenti sono il proprietario Francesco Cimminelli, il presidente Attilio Romero e il direttore finanziario del club. Le Fiamme Gialle, coordinate dal procuratore aggiunto Bruno Tinti, hanno visitato anche uffici e abitazioni private degli indagati. L’inchiesta è legata a un problema di iscrizione al campionato di serie A: i dirigenti avrebbero presentato una fidejussione falsa per coprire il debito di circa 40 milioni di euro con il Fisco. Gli indagati sono stati ascoltati per cinque ore. Durante la sua audizione il patron Cimminelli ha presentato una querela per truffa contro la persona – secondo indiscrezioni si tratterebbe di un broker – che a metà giugno gli aveva procurato la fidejussione, poi risultata fasulla, della Compagnia Generali. “Abbiamo chiarito la nostra posizione in modo perfetto – ha dichiarato l’avvocato difensore del Torino – ciò non toglie l’amarezza per uno dei tanti colpi di sfortuna, l’ennesimo, che colpiscono il Torino quando alza la testa”. Il legale del club ha detto che ora la società si attiverà il più rapidamente possibile per tentare di mettersi in regola con l’iscrizione al campionato di Serie A. Il Toro appena promosso in A sul campo, rischia il fallimento: tre gli scenari. O Cimminelli trova i soldi e presenta nuove fidejussioni valide, o fallisce e subentra un altro proprietario che rileva solo i titoli sportivi e attraverso il lodo Petrucci riparte dalle serie B con un nome diverso da Torino Calcio, infine l’ipotesi peggiore: il Torino fallisce, nessuno rileva il titolo e la squadra riparte dalla Terza Categoria o al massimo dalla serie C2.