Omicidio-suicidio a Torino, alla base dramma della povertà
È una calibro 7,65 la pistola, con cui Serafino Zambito, 49 anni, ha ucciso ieri a Torino la moglie, Sara Milanese, di 45, e si è poi suicidato. L’uomo non aveva mai denunciato il possesso dell’arma. La tragedia, che si è consumata nella camera da letto di un alloggio in via Gattinara, è l’epilogo di una vita di coppia dignitosa, ma caratterizzata da numerose discussioni legate a problemi economici per la mancanza di lavoro di entrambi. Una condizione, quest’ultima, che aveva portato la donna anche ad esagerare nel consumo degli alcolici. Dalle testimonianze dei vicini di casa è emerso il travaglio dell’uomo che negli ultimi tempi era sempre più depresso dopo avere perso il lavoro di carrellista in un magazzino di una concessionaria automobilistica. Si lamentava dell’impossibilità di fare fronte alle spese di tutti i giorni e soprattutto di non riuscire a trovare una nuova occupazione. Una condizione, la sua, che aveva innescato numerosi diverbi con la moglie, anche lei in difficoltà nel trovare lavoro.