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11 giugno 2005

Sequestro Sgrena: la giornalista torna in Ossola

“Dobbiamo sapere la verità sulla morte di Nicola Calipari. Facciamo in modo che l’inchiesta non sia archiviata. Ricordo ancora quella voce amica che sentii quando fui liberata. Era quella di Nicola che si avvicinò a me quando i miei rapitori mi lasciarono sola dopo la liberazione. Una voce che mi ha saputo infondere fiducia, tranquillità”. Parole, queste di Giuliana Sgrena. “Non scorderò mai quell’uomo – ha detto oggi commossa la giornalista del Manifesto davanti a 400 persone che si sono riunite a Masera, presso gli impianti sportivi, proprio per salutarla – solo in Italia, più tardi, ho capito chi era Calipari, che grande persona fosse”. Quello di oggi a Masera, ad un mese dalla sua liberazione, è stato un caldo abbraccio da parte dei suoi concittadini. Al suo arrivo è stata subito circondata da amici e conoscenti. Con lei c’erano il sindaco di Masera, Michele Bruno, diversi amministratori del Verbano Cusio Ossola, il presidente della Provincia, Paolo Ravaioli, il presidente dell’Uncem Enrico Borghi. “La solidarietà che mi avete dato in quei momenti è stata importante – ha detto Giuliana Sgrena – i miei rapitori che vedevano le manifestazioni in tv mi dicevano “gli italiani stanno con tè. Ora – ha aggiunto la giornalista – dobbiamo lottare per la liberazione di chi è ancora nelle mani dei rapitori”.



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