Incendio Frejus: sotto accusa sistema di ventilazione
Il sistema di ventilazione: è su questo apparato di sicurezza del tunnel che si incentra l’attenzione della magistratura torinese dopo l’incendio di sabato scorso nella galleria del Frejus dove sono morti due giovani autotrasportatori. Oltre all’inchiesta della magistratura francese (competente per territorio) per duplice omicidio colposo, anche il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello ha inviato i propri inquirenti per i primi controlli alla galleria lunga quasi 13 chilometri che collega Italia e Francia. Sarebbe emerso che durante il tragico rogo ci sono stati dei problemi ai meccanismi di ventilazione e di aspirazione dei fumi. Intanto, secondo la direzione del traforo già domani il tunnel potrebbe essere dissequestrato: se così fosse e se venisse accertato che la struttura del tunnel non ha subito gravi danni i lavori per riaprire il Frejus potrebbero essere estremamente rapidi e nel giro di un mese il traforo potrebbe essere riaperto. Nonostante la gravità del fatto c’è molto ottimismo fra i dirigenti della Sitaf, la società che gestisce il traforo: anche in considerazione dei gravi danni economici che provoca la chiusura. Sotto il Frejus transitavano 3300 tir al giorno per un incasso mensile di 5-6 milioni di euro. Quei camion ora sono deviati per il valico del Monginevro, a Ventimiglia e sotto il Monte Bianco. Ma dopo la tragedia del 1999 che provocò 39 vittime e dopo la chiusura per 3 anni, la Val d’Aosta ha deciso che sotto quel tunnel non possono passare più di 1000 tir al giorno e non sembra disposta ad accettare un surplus di traffico pesante. Oggi sotto il Monte Bianco sono già più che raddoppiati i passaggi di auto: 1800 transiti contro gli 850 degli ultimi lunedì.