Calciopoli: si allarga l’inchiesta
Lo scandalo delle intercettazioni del pallone italiano si allarga a macchia d’olio e vede al lavoro la giustizia ordinaria e quella sportiva. In particolare la Procura della Repubblica di Napoli che ha iscritto sul registro degli indagati il direttore generale della Juventus Luciano Moggi, suo figlio Alessandro, presidente della Gea, la società dei procuratori, e tutti i soci che ne facevano parte nel 2004, quando partì l’inchiesta partenopea. L’inchiesta ipotizza il reato di associazione a delinquere. Ha già ricevuto due proroghe d’indagine e dovrebbe chiudersi in tempi brevissimi. Al centro delle indagini nuove intercettazioni telefoniche che hanno coperto l’intera stagione 2004-2005. Intercettazioni che vanno ad aggiungersi a quelle che hanno squassato il mondo del calcio italiano. Evidenziando soprattutto il ruolo di Luciano Moggi ed i suoi rapporti con l’ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto, oltre ad alcuni arbitri. Quattro di loro, Dattilo, Dondarini, Trefoloni e Bertini, chiamati in causa nelle conversazioni intercettate, sono stati tenuti a riposo dall’attuale designatore Mattei in serie A e B. A partire dalla prossima settimana saranno ascoltati dal capo dell’ufficio indagini della Federcalcio nell’ambito dell’inchiesta sportiva che, come ha garantito il presidente Franco Carraro, sarà severa ed avrà tempi brevi. Ma anche la Consob dopo le intercettazioni telefoniche e il conseguente andamento altalenante del titolo Juventus a Piazza Affari ha deciso di fare un attento monitoraggio sulla società bianconera, garantendo che tutto sarà valutato con la massima attenzione.