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04 maggio 2006

Intercettate telefonate di Moggi, è bufera

Uno spaccato a dir poco imbarazzante dei rapporti tra i massimi dirigenti del calcio italiano. I testi dei 48 giorni di telefonate ascoltate dalla Procura di Torino che ha archiviato l’inchiesta sul presunto reato di frode sportiva, non creano alcun problema penale a Luciano Moggi, direttore generale della Juventus, Pierluigi Pairetto, ex designatore arbitrale fino alla passata stagione e al vicepresidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini. Ma scatenano la bufera. Perché Moggi chiede favori al designatore, anche e soprattutto sfruttando il ruolo nella Uefa di Pairetto? Perché parla col vice di Carraro? Perché fa il punto della situazione arbitrale con l’amministratore delegato juventino? Una fittissima rete di rapporti, di cui Luciano Moggi è il gran regista. Ed è proprio su questo ruolo che Italo Pappa, generale della Guardia di Finanza e capo dell’Ufficio Indagini della Federcalcio, sta cercando di fare luce. Nessun illecito sportivo, nessuna gara truccata, insomma. Ma violazione dell’articolo 1 delle norme sportive, quello relativo alla lealtà. Moggi rischia il deferimento e se condannato, 6 mesi di squalifica; Pairetto il ritiro dall’attività arbitrale – con la Federcalcio che lo ha già escluso dalla carica Uefa. Per Mazzini è in bilico il suo futuro di dirigente in Federcalcio. Ma non è tutto. Pappa, infatti, ha girato il materiale ricevuto da Torino alla Procura di Roma, dove i pm Palamara e Palaia stanno indagando sul conflitto d’interessi della Gea, la società dei procuratori, di cui è presidente il figlio di Luciano Moggi, Alessandro



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