Terzo pacco-bomba a Torino, stavolta per Chiamparino
La strategia della tensione degli anarcoinsurrezionalisti con i pacchi bomba va avanti. Dopo il ferimento martedì scorso del direttore del quotidiano “TorinoCronaca”, Beppe Fossati, e il plico arrivato ieri alla Coema, la ditta che si occupa dei lavori di ristrutturazione del Cpt, oggi nel mirino è finito il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. La paura è che ce ne possano essere altri in arrivo. Il pacco esplosivo destinato al primo cittadino subalpino è giunto alle 10,30. L’Ufficio accompagnamento del sindaco, che è composto da uomini della Polizia municipale e che controlla tutta la corrispondenza indirizzata a Chiamparino, ha bloccato la busta sospetta, di colore giallo, identica alle altre due inviate nei giorni scorsi, ed ha avvertito la Questura. D’altronde l’allarme in Comune era già scattato nei giorni scorsi: l’invio di una serie di pacchi bomba era stato infatti preannunciato nel volantino che rivendicava quello contro Fossati, a firma Fai Rat (Federazione anarchica informale-Rete anarchica toscana). In Comune, oltre agli uomini della Digos, sono arrivati gli artificieri della Polizia con un cane labrador addestrato a individuare esplosivo. Il pacco è stato poi aperto con tutte le cautele: c’era un libro – “L’idiota” di Dostoevskij – e all’interno, in una nicchia scavata fra le pagine, sono stati scoperti esplosivo innescato con una pila collegata a un lampadina. Per un attimo c’è stata tensione anche per una seconda busta, ma poi si è rivelata un falso allarme. Sergio Chiamparino non era oggi a Torino. Ha appreso la notizia a Napoli dove era impegnato per un convegno all’Unione Industriale. Nel pomeriggio ha incontrato a Milano il sindaco Letizia Moratti, mentre in serata ha partecipato a Bergamo alla Festa dell’Unità. “Sono preoccupato – ha commentato il primo cittadino subalpino – perché questi atti configurano una strategia che è frutto di disperazione politica, tesa a creare una contrapposizione forte nel Paese. Queste azioni scaturiscono dalla nostra politica per i Centri di Permanenza Temporanea. Questo è il frutto del fatto che ci sono delle amministrazioni di centrosinistra che sono impegnate su una politica che isola le frange estremiste. Per quello che mi riguarda, questo non cambia di una virgola il programma su cui stiamo lavorando, anzi mi convince al cento per cento ad andare avanti. Siamo già in contatto – ha aggiunto – con il ministro Amato per sperimentare un’evoluzione di questi centri, in modo che oltre alla funzione di detenzione in vista dell’allontanamento degli immigrati possano ospitare anche servizi di accoglienza. I Cpt potrebbero quindi diventare delle specie di cittadelle dell’immigrazione. Un modello che noi guardiamo con interesse e che potremo sperimentare”.