Venti-trentamila secondo la Questura, molti di più addirittura il doppio per gli organizzatori, certo il colpo d’occhio di questo enorme, lunghissimo corteo è eccezionale. Tantissimi anche i torinesi che seguono incuriositi questo Gay Pride. Un universo di colori, suoni, musiche, costumi, ma anche tanta normalità nel portare in piazza la propria omosessualità. Il Gay Pride ha sconvolto il sabato pomeriggio del centro di Torino con l’euforia e l’esuberanza di sempre. Giovani e meno giovani giunti da ogni parte d’Italia ma anche dall’estero, perfino dalla Russia, per esprimere la propria diversità ma anche la forte richiesta di riconoscimento dei diritti civili. Una manifestazione che come sempre ha provocato non poche polemiche e divisioni soprattutto all’interno della sinistra, fra chi ha deciso di prendervi parte come il ministro per le pari opportunità Barbara Pollastrini che è arrivata solo per i comizi finali in piazza Vittorio. Il ministro Pollastrini ha anche spiegato che il governo vuole aprire una nuova stagione nei confronti del mondo omosessuale, con una serie di provvedimenti che prevedano anche la regolarizzazione delle coppie di fatto. Parole che hanno scatenato le polemiche, costringendo il presidente del consiglio Romano Prodi a dire che si tratta di una partecipazione a titolo puramente personale. Ai comizi finali c’è anche il presidente della regione Bresso ma non il sindaco di Torino Chiamparino. Ma alla gente che sfila, fra due ali di folla di curiosi, adesso questo poco importa, a loro importa esserci. “Siamo più belle di Ronaldinho, siamo qui per tifare Italia stasera e domani voi tiferete per il nostro Brasile..” dicono due travestiti da ballerine brasiliane che avanzano a passo di samba.

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